FNSI, proteggere giornalisti all'estero e tutelarli in Italia
"È necessario che la tutela per i giornalisti in aree di crisi sia pensata e costruita in modo da lasciare ai
colleghi libertà di movimento. La sfida è quella di avere cronisti protetti, ma non embedded. È molto
più complicato, infatti, proteggere i giornalisti che si muovono più liberamente, ma sempre
responsabilmente, in un teatro di guerra". Lo ha detto Alessandra Costante, segretaria generale della
Fnsi, partecipando al seminario 'Giornalisti sicuri' organizzato a Villa Madama da presidenza del
Consiglio dei ministri e ministero degli Esteri in collaborazione con la Federazione della Stampa e l'Odg.
"Si tratta di un principio - ha proseguito - che deve valere per tutti i giornalisti, per gli inviati di guerra
che hanno alle spalle testate strutturate, ma anche per i freelance che partono a cercare notizie in
maniera autonoma, o persone che fanno i giornalisti, ma non sono iscritte all'Ordine professionale.
Anche loro vanno tutelate perché ciò che definisce i giornalisti oggi non è solo l'iscrizione all'Ordine, ma
il lavoro che fanno".
Per Costante, "questa giornata rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso verso la
formazione di giornalisti più consapevoli, ma anche di istituzioni più vicine ai giornalisti. L'auspicio - ha
rilevato la segretaria generale Fnsi - è che con questa stessa modalità di cooperazione con il governo e
le istituzioni con cui affrontiamo un tema così delicato come la protezione di tutti i giornalisti all'estero
si possano risolvere anche i problemi che affliggono quotidianamente chi fa informazione in Italia".
La Federazione nazionale della Stampa italiana "ringrazia Palazzo Chigi e Farnesina ed esprime
apprezzamento per la proposta del sottosegretario Barachini di estendere le tutele anche ai freelance
che lavorano in aree di guerra, senza che questo - ha aggiunto Costante - possa essere un alibi usato
dalle aziende per scaricare i costi dell'informazione sui colleghi più deboli".
