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19/11/2007 regionali

RISPOSTA DI GIOVANNI GIACOMINI

La prima riunione del direttivo del Sigim, così come stabilito, si terrà il prossimo 10 dicembre. I motivi per cui ho adottato questa decisione li ho chiaramente spiegati e invito lo pseudo-movimento sindacale Marche 2010 a rileggere quello che è già stato pubblicato sul sito del nostro sindacato. Non ci sono quindi autoproroghe o altro, ma semplicemente il rispetto del compito che lo Statuto mi assegna di fare in modo che il direttivo possa insediarsi nel pieno della propria operatività.
Non posso però fare a meno di rilevare che anche stavolta, come in precedenti occasioni, si invoca il rispetto di regole da utilizzare come pietre da scagliare contro chi ha una opinione diversa, mentre quando è funzionale ai propri disegni esse regole vengono, ignorate, calpestate e sotterrate.
Ricordiamo a tutti che nei prossimi giorni un Giudice del Tribunale di Ancona deciderà se risponde o meno ai principi della democrazia, dell’etica e degli statuti associativo e federale il fatto che la stessa persona (Giovanni Rossi) candidato nei professionali presenti e consegni materialmente alla commissione elettorale due liste di collaboratori in concorrenza l’una con l’altra e che nelle stesse liste ci siano candidati che firmano, in barba ad ogni consuetudine e principio, come presentatori quella avversaria. Il presidente della Fnsi, Franco Siddi, e il direttore Giancarlo Tartaglia in altrettanti pareri scritti hanno giudicato la decisione presa a maggioranza dalla commissione elettorale, contro il parere della presidente Rabini, di  ammettere le liste e quindi di respingere il ricorso della lista di Autonomia come non corretta perché in contrasto e quindi in violazione dello statuto nazionale della Fnsi che fa da cornice agli statuti delle associazioni regionali di stampa.
Sarebbe stato interessante, però, se fosse stato esplicitato quali idee, proposte e linee Marche 2010 porterà al congresso e con quali alleanze cercherà di realizzarle perché l’impressione, finora, è che il voto dell’unico delegato sia in vendita al miglior offerente per appagare la sua avidità, la sua arroganza e la sua ambizione cieca e sfrenata.

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