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02/04/2024 nazionali

Agenzia DIRE: giornalisti in sciopero il 3 e giovedì 11 aprile

Le giornaliste e i giornalisti dell'Agenzia
di stampa Dire si asterranno dal lavoro per l'intera giornata di
 mercoledì 3 aprile e del prossimo giovedì 11 aprile,
alla luce della posizione di chiusura, da parte dell'azienda,
rispetto alla richiesta di sanare in maniera definitiva la
questione dei 17 giornalisti della sede di Roma sospesi dal
lavoro la notte del 31 dicembre. Si tratta delle prime due
giornate di sciopero di un pacchetto di 5 giorni affidati
dall'Assemblea al CdR.
   L'Assemblea dei redattori, con questa mobilitazione, chiede
nuovamente che la Com.e, azienda editoriale proprietaria
dell'agenzia Dire, paghi gli stipendi del mese di gennaio per
intero anche ai colleghi che sono stati sospesi dal servizio
dall'1 al 26 gennaio scorso.
   L'Assemblea, supportata dai sindacati, ritiene infatti
illegittimo il provvedimento di sospensione e pertanto privo di
effetti, come del resto dimostrato dalla regolare presenza al
lavoro di tutti i colleghi interessati anche nel mese di gennaio.
Il riscontro è evidente dai lanci di notiziario e dagli articoli
del sito usciti, in gennaio, siglati e firmati anche dai colleghi
destinatari di tale decisione.
   L'Assemblea chiede inoltre all'azienda di proseguire con
l'opera di reintegro dei colleghi licenziati a seguito del piano
di esuberi dell'autunno scorso, di regolarizzare il pagamento
degli stipendi (che ancora avviene in ritardo e in due o tre
tranche) e di aprire una nuova stagione di rapporti costruttivi
con le rappresentanze sindacali e il corpo redazionale nella sua
interezza.
   Dopo quasi due anni di solidarietà, con un taglio fino al 30%
per gli stipendi di giornalisti e grafici, ci sono stati i
licenziamenti arrivati il 28 dicembre. Poi con la vicenda del
fermo amministrativo è arrivata la sospensione dei contributi da
parte di Palazzo Chigi (sbloccata a fine gennaio). Poi le
sospensioni. I giornalisti dell'agenzia Dire vorrebbero poter
guardare oltre una stagione conflittuale e di tensioni che non
hanno cercato e sperano di poterlo fare trovando una rinnovata
disponibilità al dialogo da parte dell'editore.