SPAZIO ELETTORALE
LISTE MARCHE 2010
COSA VOGLIAMO FARE CON VOI
Abbiamo scelto di chiamarci MARCHE 2010 perché il nostro impegno sta nel cambiamento, un’evoluzione tangibile con un’agenda precisa: nel 2010 vorremmo avere un sindacato regionale più forte, dinamico e tempestivo, sganciato da logiche automatiche di appartenenza. Per riuscirci servono — subito — facce nuove e motivate da eleggere nella tornata del 27-28 ottobre. Ogni campagna elettorale è tempo di buoni propositi e promesse. Spargimento di buoni principi, zuccherini a pioggia, strizzatine d'occhio, censure al nemico. La nostra vorrebbe essere una campagna elettorale diversa. Seria. Seria come la situazione del giornalismo nelle Marche. Per permettervi di controllare meglio il nostro lavoro, abbiamo preparato un programma per punti misurabili. Nel senso che, a fine mandato, potrete valutare dati alla mano se quei punti sono stati svolti oppure no. Oppure sino a che punto. Garantendo a tutti voi un preciso metro di giudizio.
1. Un futuro diverso: la riscossa deve partire dalle redazioni.
Nell’ultimo triennio la qualità del lavoro e l’agibilità sindacale delle grandi redazioni marchigiane hanno subito duri colpi connessi sia allo stallo contrattuale, sia, in misura maggiore, alla volontà degli editori di avere redazioni più deboli e più stanche, meno pronte a rivendicare diritti, autonomia, professionalità. Un trend trasversale a tutti i grandi gruppi editoriali. Un trend che va bruscamente interrotto. Dobbiamo riappropriarci tutti insieme del nostro ruolo, delle nostre prerogative, dei nostri diritti. Anche di quelli contrattuali e intangibili (per esempio l’alternanza tra desk e scrittura), che, solo per il fatto di essere declinati, hanno il potere di mettere in crisi modelli editoriali pensati sul cliché della catena di montaggio e organizzati a dispetto di ogni dinamica di sviluppo. Incomprensibili chiusure di redazioni (un caso emblematico: il Corriere Adriatico a Fano — sulla cui sparizione il Sigim non ha scritto una riga né organizzato uno straccio di manifestazione pubblica), ipotesi e tentativi di innaturali abbinamenti (vedi Corriere Adriatico e Messaggero a Macerata), taglio dei redattori e mancato rispetto del calendario di regolarizzazione dei precari (Resto del Carlino), minacciata ristrutturazione dell’Ansa, organici bloccati e nessuna politica di espansione (Rai), sistematica negazione dell’integrativo e del diritto alla contrattazione decentrata (ancora Corriere Adriatico): ce n’è quanto basta e avanza per un sindacato che voglia davvero rappresentare i giornalisti delle Marche. L’ammirevole disciplina sindacale con cui la categoria ha partecipato a una stagione di scioperi lunga, e sin qui inconcludente, merita di essere ripagata e valorizzata con un ulteriore scatto di vitalità e di partecipazione che deve trovare nel nuovo Sigim – guidato da MARCHE 2010 – il suo naturale catalizzatore.
2. Controllo del territorio.
Dobbiamo riconquistare le Marche mediali. Conoscerle e controllarle. Alla ricerca “Giornalisti marchigiani — Il mercato del lavoro giornalistico nelle Marche” va abbinato un monitoraggio costante – su base provinciale – di tutte le attività di informazione tradizionali e on line. Il sito del Sigim deve ospitare gli elenchi e i riferimenti di tutte le attività e le presenze giornalistiche sul territorio: colleghi, testate, uffici stampa. “Chi” fa “cosa” è una notizia sensibile. Se un collega è assunto, sindacalmente è una news e va data a tutti. Attraverso il Sigim deve così realizzarsi una virtuosa comunicazione tra tutti i soggetti mediali della Regione. Una convergenza culturale prima che professionale.
3. Lavoro dipendente e lavoro autonomo.
Noi di MARCHE 2010 pensiamo che nel giornalismo italiano, e ancor più in quello marchigiano, il lavoro dipendente offra tuttora superiori garanzie al lavoratore, sia in termini squisitamente professionali sia in termini retributivi e previdenziali. Ci proponiamo perciò di preservare le attuali quote regionali del lavoro dipendente soprattutto nella stampa quotidiana (fatto tutt’altro che scontato visto il panorama attuale del settore) e anzi di incrementarle. Ora che il protocollo sul welfare approvato dal Consiglio dei ministri ha aumentato le quote previdenziali a carico dei committenti, ci piace di più anche il lavoro autonomo. Ma solo se effettivamente tale. Con redditi appropriati ed effettiva autonomia del giornalista. Diciamo invece un forte “no” a quei lavori autonomi che mascherano lavoro dipendente. La nostra bussola sindacale non presenta quindi oscillazioni, qualunque sia il terreno di confronto (editoria privata, uffici stampa, pubblica amministrazione): dove si possono stabilire rapporti dipendenti, questi vanno subito formalizzati; dove invece non sussistono le condizioni per rapporti dipendenti, ben venga il lavoro autonomo purché effettivamente tale e correttamente retribuito con precise lettere di incarico: qualità dei compensi e velocità di pagamento devono rappresentare passaggi ineludibili della contrattazione.
4. Stabilizzazione precari.
Il protocollo sul welfare ha esteso ai giornalisti le procedure di stabilizzazione dei co.co.co. parasubordinati in teoria ma dipendenti di fatto. Solo nei primi mesi del 2007 gli accertamenti ispettivi dell’Inpgi hanno portato alla luce 657 casi su tutto il territorio nazionale, molti dei quali anche nelle Marche – in special modo al Resto del Carlino. Il Sigim sarà parte attiva al tavolo degli accordi per la trasformazione di questi rapporti in lavoro dipendente. Eguale attenzione sarà dedicata alla ricerca di percorsi di stabilizzazione dei co.co.co. in carico agli uffici stampa della pubblica amministrazione, sin qui esclusi dalla procedure di stabilizzazione previste della Finanziaria 2006.
5. Formazione, riqualificazione, nuove opportunità lavorative.
Nelle Marche ci sono 15 giornalisti professionisti che hanno cambiato lavoro e 45 tra inoccupati e iscritti alle liste di disoccupazione (con attività di lavoro autonomo per la sopravvivenza). Un sindacato evoluto deve fornire ai suoi associati espulsi dal mercato del lavoro – ma anche a chi fosse semplicemente interessato a coltivarsi –, tutti gli strumenti di aggiornamento, formazione continua e riqualificazione necessari a favorire nuove possibilità lavorative. Il tutto sullo sfondo della crescente multimedialità utilizzando fondi regionali o europei. In questa specifica attività, ispirata anche dal lavoro di un’apposita commissione e da attuare in stretta sintonia con l'Ordine dei giornalisti, potrebbero essere coinvolti sia l'Ifg di Urbino sia le quattro università delle Marche. Riteniamo questo percorso prioritario.
6. Massimo sostegno al giornalismo d’agenzia.
L’annunciato – folle – piano di ristrutturazione dell’Ansa, che in prospettiva potrebbe avere ricadute anche sulle sedi regionali, va respinto con durezza al mittente. Le Marche, che già vivono in un cono d’ombra mediatico (siamo l’unica regione d’Italia in cui Corriere della Sera e Repubblica non hanno neppure un corrispondente ex art. 12 dal capoluogo), non possono rischiare di perdere altra visibilità e altre posizioni. La sede regionale dell’Ansa di Ancona è un bene dell’intera comunità marchigiana indispensabile per la stampa locale e per il raccordo con il sistema Paese. Tanto più dopo l’avvenuta chiusura della sede regionale dell’Agi cui non è seguita neppure l’assunzione del corrispondente art. 12 prevista dagli accordi sindacali. Il Sigim deve attivarsi – se necessario anche attraverso l’apertura di un tavolo nazionale – perché l’Eni, azionista unico dell’Agi, rispetti quanto sindacalmente concordato. Anche l’Adn Kronos va sollecitata a coprire il territorio con una effettiva assunzione. Altre agenzie nazionali, senza piena copertura locale, stanno pensando ad interventi nelle Marche. Se ingressi vi saranno, il sindacato dovrà verificarne con diligenza le modalità. Il giornalismo d’agenzia, anche grazie a internet, sta vivendo nel mondo una nuova primavera. Nelle Marche i tempi sono forse maturi perché anche a livello locale possano nascere iniziative di valore. Il Sigim monitorerà con attenzione il settore.
7. Legge 150/2000. Rapporti con la pubblica amministrazione.
Il perdurante stallo del contratto degli uffici stampa della pubblica amministrazione, le enormi difficoltà di applicazione della legge 150/2000, le piroette amministrative di molti enti locali che assegnano posti di addetto stampa con bandi disegnati ad hoc e spesso manifesti solo per pochi giorni, rendono necessaria una forte campagna territoriale del Sigim ispirata a queste linee filosofiche: a) suggerire agli Enti locali un bando selettivo unificato, studiato anche con Anci, Upi e sindacati della pubblica amministrazione, che sottragga le procedure selettive agli arbitri della singola amministrazione, a tutto vantaggio della trasparenza e della fluidità del mercato del lavoro; b) ricordare agli Enti locali che esiste un protocollo firmato dall’Anci regionale con Sigim, Cgil, Cisl e Uil, che consente la chiamata diretta dei giornalisti con contratto Fnsi-Fieg a tempo determinato; c) favorire le aggregazioni di enti su base territoriale e consortili per rapide assunzioni (anche a tempo determinato); d) attuare una cristallina politica di disincentivazione delle selezioni anomale attraverso puntuali ricorsi al Tar, politica che il direttivo uscente del Sigim ha largamente disatteso consentendo per esempio alla Regione Marche di ripresentare la sua discutibile selezione (per tre posti da redattore ordinario c’erano appena undici candidati e nessun pubblicista) dopo che il Tar l’aveva bocciata: perché il Sigim non ha reiterato il suo ricorso? Ci sono forse santuari inviolabili? Noi di MARCHE 2010 non copriremo nessuno. Nel dubbio, in attesa che la trattativa in sede Aran definisca con esattezza profili preofessionali e contrattuali dei giornalisti della pubblica amministrazione, meglio contratti di lavoro autonomo o chiamate dirette su responsabilità dell’ente, piuttosto che selezioni tarocche, amare e destabilizzanti. Se selezioni vanno bandite, devono essere irreprensibili.
8. Apertura di un tavolo di trattativa con la Regione per l’ informazione e la comunicazione istituzionale.
I giornalisti dell’ufficio stampa della Regione, Giunta e Consiglio, combattono da anni una dura battaglia per il riconoscimento integrale del contratto nazionale dei giornalisti, che la Regione dal 1995 applica solo per la parte economica e non giuridica. Come pure è aperta da due anni la vertenza per il rinnovo del contratto integrativo, che non riesce a fare passi in avanti, a fronte di un’organizzazione del lavoro assai complessa con il rischio di intrusioni della politica. Su entrambe le questioni il Sigim deve ottenere l’apertura di un tavolo negoziale con i vertici regionali. Come pure sull’esigenza che la Regione definisca le piante organiche di tutte le strutture e organismi regionali dove si fa informazione, rapportandole ai piani editorali e di comunicazione della Regione, sui quali il sindacato dovrà esprimersi. Altro problema riguarda l’Asur (Azienda sanitaria unica regionale). L’Asur si divide in dodici zone operative ma solo quattro di queste hanno regolare ufficio stampa con giornalisti assunti – seppur talvolta incaricati anche della comunicazione. Le altre otto Asl sono terra di nessuno. Otto posti di lavoro – almeno otto – della cui assenza chiederemo ragione all’assessorato regionale alla Sanità attivando uno specifico tavolo di confronto. L’Asur, che da sola gestisce l’80% del bilancio regionale delle Marche, non può dimenticare i giornalisti. E la Regione Marche, che è ormai il quarto editore regionale dopo Gruppo Caltagirone, Poligrafici Editoriale e Rai, deve costruire politiche di informazione coerenti e illuminate.
9. Raccordo con il mondo produttivo.
Il sistema economico marchigiano con le sue eccellenze, spiccate o nascoste, non brilla certo – salvo rari casi – per qualità di informazione e comunicazione. L’informazione è soverchiata dalla comunicazione e spesso le attività sono appaltate ad agenzie esterne a Milano o Roma. Le aziende pagano un marchio mediale che garantisce la società con il suo nome. Peccato che la professionalità non sia sempre equivalente. Sappiamo anzi che dietro i grandi marchi d’agenzia spesso ci sono solo stagisti. L’idea di MARCHE 2010 è molto semplice: una buona informazione è larga parte di una buona comunicazione e per fare una buona informazione servono giornalisti. Il Sigim deve quindi raccordare i due mercati. Quante posizioni di ufficio stampa, dipendenti o indipendenti, si potrebbero aprire nelle Marche lavorando sul sistema impresa? Noi crediamo molte. E per questo lavoreremo. Per esempio, proponendo un “educational” sull’ufficio stampa per le aziende ai sindacati dei dirigenti d’impresa.
10. Attivazione di nuovi contratti Aeranti-Corallo nelle teleradiofonia.
Nelle Marche operano una sessantina di emittenti private. Quattro tivù e dieci radio occupano 40 colleghi con contratti AerantiCorallo (solo 5 dei quali, ahinoi, iscritti al Sigim). Tre tivù e oltre quaranta radio non fanno informazione oppure la propongono ricorrendo a personale non assunto o addirittura non giornalistico. MARCHE 2010 si propone di incontrare nel triennio, in colloqui personali, tutti gli editori teleradiofonici privati che non applicano il contratto di categoria. Oltre 40 incontri che faremo volentieri. Obiettivo: conoscere gli specifici problemi di ogni realtà; stimolare la nascita di nuove attività di informazione; regolarizzare le situazioni anomale; favorire nuovi investimenti e la stipula di nuovi contratti. Non è infondato pensare che da questo comparto possa arrivare, nel triennio, una solida risposta alla crescente disoccupazione della categoria. Garantito. Faremo questi 40 incontri. Uno per uno.
11. Rapporti con gli altri enti di categoria. Giornata dell’Informazione.
Come abbiamo scritto nelle nostre linee guida, nei rapporti con gli altri enti di categoria (Ordine, Inpgi, Casagit, Fondo di previdenza complementare), sosteniamo il principio di una leale e fattiva collaborazione, ciascuno nella propria autonomia, affinché il livello dei servizi ai colleghi e la qualità dell’informazione crescano costantemente. Il coordinamento regionale degli enti va fatto al più presto rivivere. I rapporti tra sindacato e ordine – ultimamente alquanto tesi – devono ritrovare sobrietà e freschezza. Per questo ci impegneremo. Così come proporremo all’Ordine e agli altri enti di categoria di organizzare insieme e paritariamente, La giornata dell’Informazione, un appuntamento che ogni anno – a partire dal 2008 – ci riunisca tutti insieme, per capire come stiamo, per affrontare i nostri problemi, per confrontarci con il resto della società e tener vivo un solido sistema di alleanze sociali. Ai gruppi di specializzazione sindacale dei giornalisti sportivi (Ussi) e degli uffici stampa (Gus), agili motori dell’attività di base, chiediamo di concorrere alla costruzione di una realtà professionale più qualificata in unità di intenti con il nuovo Direttivo. Un solo esempio: perché una società sportiva professionistica con bilanci milionari non deve assumere regolarmente il suo addetto stampa? Come minimo dobbiamo chiederlo. Forse anche pretenderlo.
12. Sportello unificato consulenze.
Sia i giornalisti assunti sia, in maggior misura, i colleghi free lance, oggi chiedono al sindacato servizi. Che il Sigim invece non offre. L’avvocato c’è ma sta a Pescara (Abruzzo), manca il commercialista, manca il consulente del lavoro, mancano convenzioni fiscali e bancarie. MARCHE 2010 si propone questi semplici e risolutivi interventi: a) reclutare un avvocato nelle Marche, più facilmente a disposizione dei colleghi, da affiancare all’avvocato Franceschelli; b) reclutare un consulente del lavoro-commercialista (figura unica in grado di valutare i problemi dei colleghi sia dal punto di vista contrattuale che fiscale); c) stipulare convenzioni con i Caaf; d) stipulare convenzioni bancarie con garanzie e facilitazioni specie per chi, non essendo assunto e avendo entrate variabili, ha difficoltà ad ottenere prestiti e mutui; e) offrire i propri strumenti operativi (sede e sito internet) per il raccordo tra gli iscritti al sindacato e i fiduciari Inpgi e Casagit delle Marche. E’ del tutto evidente che solo una simile organizzazione possa garantire agli iscritti celerità di comunicazione e assistenza qualificata. Un solo esempio, per capirci. Oggi un co.co.co. non ha alcun interesse ad aprire una partita Iva, a dispetto delle pressioni degli editori, se non fattura almeno 35.000 euro l’anno. Domani, se in Finanziaria passerà l’articolo di legge che prevede la tassazione fissa al 20% e la contabilità semplificata, scegliere questa strada potrebbe risultare conveniente indipendentemente dal fatturato. Nella nostra idea di sindacato di servizio, il giorno dopo che il governo approva il provvedimento, subito parte una mail a tutti gli iscritti e immediatamente il consulente del lavoro si mette a disposizione dei free lance per gli opportuni approfondimenti o adempimenti. Non è difficile, basta organizzarsi. In base allo stesso principio, per i colleghi che — espulsi dal mercato del lavoro dipendente — sono stati costretti a reinventarsi soci di aziende contemporaneamente impegnate sia nel campo dell’informazione che della comunicazione, stiamo già approntando — insieme ai nostri consulenti — un format evoluto di organizzazione societaria che preveda la chiara separazione delle attività informative da quelle non informative, così da garantire il pieno rispetto delle norme deontologiche e un più equilibrato sviluppo di queste imprese autogestite.
13. Pronto soccorso sindacale.
Il Sigim deve esser in grado di attivare tutte le professionalità interne ed esterne per garantire ai colleghi in difficoltà la massima assistenza sindacale e tecnico-legale pur con preavvisi minimi. Anche in estate, quando la sede del sindacato è chiusa, il sito pubblicherà i riferimenti del consigliere responsabile del procedimento. Ai consulenti Sigim verrà ugualmente richiesta l’adesione a protocolli di reperibilità. Un vero sindacato non abbandona mai i suoi iscritti.
14. Mappatura delle carenze organiche di redazioni e uffici stampa.
A fronte di opportuno e specifico lavoro sul territorio, il Sigim pubblicherà sul suo sito la mappa delle carenze organiche accertate nelle redazioni e negli uffici stampa. Ci sono decine e decine di colleghi che fanno attività giornalistica senza vedersi riconosciuta questa professionalità, senza contratti adeguati, senza avere piena coscienza del proprio ruolo e delle necessarie tutele per svolgerlo appieno. Esistono vasti ambiti d’intervento di cui il sindacato non s’è mai occupato e che noi vogliamo invece far rientrare nel diritto: pensiamo alla galassia delle collaborazioni con le testate della carta stampata (magari periodica), ma anche a grandi uffici stampa sia privati che istituzionali. Questa faticosissima opera di conoscenza e di semina è ormai irrinunciabile, sia per garantire migliori condizioni di lavoro e di corretta competizione (evitando dannosissime gare al ribasso) sia per far salire il livello di professionalità globale e di partecipazione sindacale.
15. Rispetto dell’etica e della deontologia professionale.
I temi deontologici sono squisitamente ordinistici ma un sindacato che si rispetti non può non affiancare l’Ordine in questa sacrosanta battaglia. Non foss’altro perché le violazioni etiche comportano una parallela distorsione del mercato del lavoro a tutto svantaggio di chi non accetta di piegarsi a questi meccanismi. Le famigerate “marchette” devono sparire. E chi ha un doppio incarico (ufficio stampa e parallela collaborazione a un giornale) sia almeno così furbo da non scrivere pezzi su argomenti per i quali ha già una precisa committenza. Quel pezzo, per quanto mal pagato, sarà comunque un pezzo in più nel borderò di un collega.
16. Sindacato per deleghe.
Uno dei maggiori problemi riscontrabili al Sigim è il fatto che non esista lavoro per deleghe. In base al principio di collegialità (portato a conseguenze parodistiche: il consigliere che sparisce per due mesi, quando torna, si arrabbia pesantemente per non essere stato puntualmente informato e interpellato), tutti i consiglieri si occupano o possono occuparsi di tutto; ma poi nessuno, politicamente, è mai responsabile di niente (salvo il segretario dal punto di vista legale). Proponiamo una diversa organizzazione del lavoro. Il Consiglio direttivo stabilisce collegialmente le linee d’azione e attribuisce le deleghe; i titolari delle deleghe le portano avanti in accordo con la segreteria; l’Ufficio di Presidenza attua le delibere e controlla i lavori in corso; alla fine il Consiglio ratifica o, se ne necessario, discute. Con massima fiducia preventiva ma anche giusta severità consuntiva. Il sindacato è uno solo degli attori sulla scena, ma almeno la sua parte deva farla bene. Sennò che ci sta a fare?
17. Lavoro in Commissioni.
A norma di Statuto il direttivo del Sigim deve riunirsi un minimo di sei volte l’anno. Può riunirsi anche sessanta volte, ma con le sue sole forze (a intensità variabile) non riuscirebbe comunque a svolgere bene i suoi compiti sul territorio, cui si aggiungono peraltro tutti gli incarichi federali e i rapporti con gli altri enti di categoria. Ci sembra perciò appropriato sottoporre all’approvazione del nuovo Direttivo l’organizzazione di gruppi di lavoro con competenze specifiche per tenere sotto controllo la situazione regionale su vari fronti: a) commissione lavoro che monitori le nuove opportunità professionali (concorsi pubblici, appalti di lavoro giornalistico, contratti in scadenza, novità dal modo del lavoro, disponibilità di fondi regionali o europei) per segnalarle ai colleghi e verificarne la praticabilità e correttezza (in collaborazione con l’ufficio legale); b) commissione studio e formazione che si occupi di raccogliere bandi di concorso per premi giornalistici, borse di studio e organizzare momenti di formazione professionale qualificata con weekend di full immersion; c) commissione relazioni esterne che curi periodicamente i contatti con istituzioni, associazioni di categoria, esponenti della cultura e del territorio, enti locali, per sapere quali iniziative e attività siano in agenda, per poter intervenire e organizzare collaborazioni; d) commissione pari opportunità che lavori per una maggiore compartecipazione delle donne ai vertici del giornalismo e del sindacato regionale, studiando le iniziative e le dinamiche più utili per far entrare nel nostro mondo i valori del mondo femminile, con una spiccata attenzione al tema della conciliazione tra tempi privati e lavorativi, della genitorialità, della cura familiare (in coesione con le leggi generali e le normative specifiche della categoria). Il lavoro nelle Commissioni, già ottimamente sperimentato all’Ordine dei giornalisti, potrebbe anche far emergere preziose vocazioni sindacali in un panorama sin qui poco movimentato.
18. Ottimizzazione bilancio — Agenda del giornalista — Newsletter.
La comunicazione coi colleghi non può più avvenire due volte l’anno con la spedizione cartacea del Sommario. Il Sommario deve trasformarsi in testata on line ed essere spedita settimanalmente via e-mail come newsletter (risparmio secco 4.000 euro). Anche il nostro appuntamento annuale con l’agenda deve diventare un momento di autofinanziamento più attento e preciso: i margini di crescita sono ampi ed è profondamente sbagliato dare deleghe non particolarmente remunerative a società esterne. L’agenda 2008, già appaltata dal direttivo con l’astensione del solo Giovanni Rossi, frutterà al Sigim appena 5.000 euro più il pagamento delle spese dei due numeri de il Sommario 2007 (che nel 2006 erano state di circa 4000 euro). Pensiamo che l’agenda sia una gallina dalle uova d’oro e che possa valere molto di più (forse anche 20.000 euro l’anno di pubblicità). Pensiamo che differenti scelte sull’agenda e la citata trasformazione del Sommario siano sane misure di igiene sindacale dalle quali possano arrivare circa 5.000 euro in più nel 2008 e 15.000 euro in più sia nel 2009 sia nel 2010 da dedicare all’attività sul territorio: 35.000 euro in più in tre anni non sono spiccioli in un bilancio che va più attentamente pensato e strutturato. Senza sprechi ma anche senza ipocrisie.
19. Diversificazione delle date elettorali tra rinnovo delle cariche Sigim e dei delegati al Congresso Fnsi.
Può sembrare un tema secondario, invece è decisivo. La doppia elezione costringe tutti gli aspiranti sindacalisti a mettersi in gioco su tutte le ruote e con largo anticipo. Col risultato di bloccare l’attività sindacale per almeno un anno tra patetici tatticismi e timore di urtare piccole suscettibilità. Sdoppiare l’appuntamento elettorale anche a distanza di tre-sei mesi (prima il Direttivo regionale, poi i delegati al Congresso) presenta innumerevoli vantaggi: a) dibattito regionale più aperto e non condizionato dai temi nazionali (e viceversa); b) possibilità di operare candidature distinte tra livello regionale e nazionale evitando accumuli di cariche e allargando la platea dei candidati; c) maggior attenzione dei colleghi alle tematiche sindacali nella loro complessità; d) forte e anticipata investitura dei vertici regionali sulla scena precongressuale. Due tornate elettorali, a fronte di una piccola spesa supplementare, consentono un margine di libertà consistente. Le regioni più evolute come Emilia, Puglia e Veneto, decisive sulla scena federale degli ultimi sei anni, hanno da tempo operato questa scelta. Con forti benefici per i colleghi rappresentati.
20. Scelte congressuali, rapporti con la Fnsi.
MARCHE 2010 presenta i suoi candidati anche al Congresso della Fnsi. Lo fa nella convinzione che solo un travaso di freschezza possa fluidificare un dibattito nazionale incrostato da storiche rivalità tra correnti oltre che da estreme difficoltà contrattuali. Anche in questo caso facce nuove capaci di guardare alla realtà con disincanto e senza pregiudizi non possono che rappresentare un valore aggiunto. L’analisi sindacale fatta dal nostro gruppo non intende scaricare sulla Giunta in scadenza (criticabile per l’eccessivo ricorso a scioperi-spot, ma vincente nell’accordo ministeriale sul welfare e contro il precariato) né la responsabilità di 1000 giorni senza contratto Fnsi-Fieg né il prolungato stallo delle trattative conbtrattuali per gli uffici stampa della pubblica amministrazione. Nessuno può firmare contratti se la controparte non si siede neppure al tavolo e questa renitenza al confronto unisce in modo inequivoco sia i grandi editori sia la classe politica italiana, che a parole ha sostenuto la necessità del dialogo tra editori e giornalisti ma nei panni di editore della pubblica amministrazione ha replicato identico atteggiamento ostruttivo. La verità è vecchia quanto il mondo. Noi giornalisti non abbiamo amici e solo con la nostra professionalità, ostinazione e diligenza — le qualità che ogni giorno ci consentono di fare uscire i nostri giornali, i nostri comunicati, i nostri servizi — riusciremo a battere la santa alleanza di chi vuole un giornalismo normalizzato, asservito, impaurito. I giornalisti sono stati la prima categoria in Italia a firmare — nel 1911 — un contratto nazionale di lavoro. Abbiamo inventato noi tutti i diritti. Dobbiamo difendere questo patrimonio ideale. Così come dobbiamo tutelare il futuro delle nostre organizzazioni di categoria — l’Inpgi, la Casagit, il Fondo di previdenza complementare — i cui rendimenti e prestazioni sono messi a duro rischio, nel presente e in prospettiva, dalla prolungata vacanza contrattuale. La multimedialità è di fronte a noi: dobbiamo contrattarla e valorizzarla. MARCHE 2010 ritiene pertanto che la scelta dei nuovi assetti federali debba prevedere un sapiente mix tra le varie sensibilità professionali, sindacali e territoriali — senza mortificare nessuno — e per questo lavorerà con i suoi delegati al XXV Congresso della Fnsi. Con spirito critico ed energia creativa.
Conclusioni.
Come vedete, la mole di lavoro per rimettere in moto il giornalismo marchigiano è impressionante. Ci siamo costituiti in movimento e in liste (tra i professionali e tra i collaboratori – in questo caso su base interprovinciale) per ancorare solidamente questo programma a un gruppo di lavoro che si impegna sin d’ora a portarlo avanti indipendentemente da chi sarà eletto. Abbiamo scelto di presentarci come liste, oltre che per tutti i motivi illustrati nelle precedenti linee guida, perché tre anni di mandato sono lunghi e in tre anni, nella vita di ciascuno, possono cambiare tante cose a livello professionale o personale. Dunque ci è sembrato giusto offrire agli elettori la garanzia di una continuità programmatica a prescindere dalla persone fisiche. Se, come pensiamo, conquisteremo la maggioranza del Sigim, realizzeremo in pieno questo programma. Ai colleghi chiediamo di votare valutando questi dati, questo impegno, questo spirito di servizio. Non è più tempo di voto per inerzia, per amicizia, per testata. Le Marche sono una regione troppo ricca perché ci siano giornalisti disoccupati e mal pagati (e un giornalismo insoddisfacente). Dobbiamo riprendere in mano il nostro futuro. E tutti insieme possiamo vincere la sfida.
Info: 335 6930000.
MARCHE 2010 - RINNOVO SIGIM
CANDIDATI PROFESSIONALI – LISTA MARCHE 2010
Possono essere attribuite da una a quattro preferenze tra
1. Giovanni Rossi, nato a Urbino, è cresciuto al Giorno a Milano dove è stato inviato di sport e caposervizio in Cronaca di Milano. Lavora al Resto del Carlino, ad Ancona, dove è vicecaporedattore. E' membro del Cdr de Il Resto del Carlino. E' stato nel Cdr de Il Giorno dal 2000 al 2002, nel direttivo della Lombarda dal 2002 al 2004. Rientrato nelle Marche, nel 2004 è stato eletto nel direttivo del Sigim.
2. Vincenzo Oliveri, nato a Taranto, vive a San Lorenzo in Campo. Lavora alla redazione di Senigallia del Corriere Adriatico. E' membro del Comitato di redazione.
3. Fabio Quirici, nato a Livorno, risiede a Castelferretti. Grafico, lavora alla redazione centrale del Corriere Adriatico di Ancona. E' membro del Comitato di redazione.
4. Marcello Ciamaglia, nato a Pesaro, è il capo ufficio stampa della Provincia di Pesaro-Urbino. E' stato vicepresidente del Corerat (ora Corecom) e responsabile pesarese del Gus (Gruppo uffici stampa).
5. Arnaldo Alessandrini, nato a Montegiorgio, lavora all'ufficio stampa del Consiglio regionale delle Marche. E' da sempre attento alle tematiche del giornalismo nel pubblico impiego. E’ membro del Cdr.
6. Giovanni Sgardi, nato a Osimo, vive e lavora ad Ancona dove è caposervizio al Messaggero. Si occupa principalmente di cronaca nera e giudiziaria. E' alla sua prima esperienza sindacale.
7. Mario Paci, nato ad Ascoli, lavora al Corriere Adriatico come responsabile della redazione. E' alla sua prima esperienza sindacale.
CANDIDATI COLLABORATORI – LISTA MARCHE 2010 NORD
1. Anuska Pambianchi, nata a Urbino, risiede ad Acqualagna. Si occupa di uffici stampa e collabora a numerose testate. Giovanissima, è già stata direttrice di “Gusto”.
2. Giovanni Angelucci, nato a L’Aquila, residente a Jesi, è firma apprezzata de Il Resto del Carlino per lo sport.
CANDIDATI COLLABORATORI – LISTA MARCHE 2010 SUD
1. Roberto Scorcella, nato a Tolentino, è stato corrispondente del Resto del Carlino per sette anni. Ora è passato al Corriere Adriatico. Lavora anche per Multiradio.
2. Aldo Spadari, nato ad Ancona, risiede a Sirolo dove fa il corrispondente dalla Riviera del Conero per il Resto del Carlino.
CANDIDATI PROBIVIRI – LISTE MARCHE 2010, MARCHE 2010 NORD, MARCHE 2010 SUD
I professionali debbono indicare nell'apposita riga bianca il nominativo di un solo proboviro professionale.
I collaboratori debbono indicare nell'apposita riga bianca il nominativo di un solo proboviro collaboratore.
Tra i professionali vi invitiamo a scegliere un nominativo tra:
Andrea Sandroni (il Resto del Carlino - Ancona)
Alfonso Toschi (il Messaggero - Macerata)
Tra i collaboratori vi invitiamo a votare:
Alessio Giovannini (addetto stampa Federazione Atletica leggera - Ancona)
CANDIDATI REVISORI DEI CONTI – LISTE MARCHE 2010, MARCHE 2010 NORD, MARCHE 2010 SUD
I professionali debbono indicare nell'apposita riga bianca il nominativo di un solo revisore professionale.
I collaboratori debbono indicare nell'apposita riga bianca il nominativo di un solo revisore collaboratore.
Tra i professionali vi invitiamo a scegliere un nominativo tra:
Lucio Martino (il Resto del Carlino sede di Ancona, revisore uscente)
Giuseppe Poli (free lance)
Tra i collaboratori vi invitiamo a votare:
Marcello Morichi (free lance – Osimo)
ELEZIONE DELEGATI XXV CONGRESSO FNSI
CANDIDATI PROFESSIONALI – LISTA MARCHE 2010
Possono essere attribuite da una a tre preferenze tra
1. Giovanni Rossi
2. Vincenzo Oliveri
3. Fabio Quirici
4. Marcello Ciamaglia
5. Arnaldo Alessandrini
*Per i curricula vedi pagina precedente.
DOVE E QUANDO SI VOTA
Presso il seggio centrale allestito nella sede del Sigim ad Ancona, in Via Leopardi 2, o presso il seggio della provincia di residenza, o in qualsiasi seggio diverso da quello di Ancona o di residenza, purché comunicandolo via lettera, via fax allo 071 204210 o via e-mail a segreteria@sigim.it entro le ore 24 di venerdì 26 ottobre.
I seggi esterni sono situati a: PESARO presso l'Hotel des Bains in viale Trieste 221; MACERATA presso la redazione de il Resto del Carlino; FERMO presso la redazione de il Resto del Carlino; ASCOLI presso la sede del Coni in via Ceci.
Nel seggio centrale di ANCONA si vota sabato 27 ottobre dalle 11 alle 19 e domenica 28 ottobre dalle 11 alle 20,30. Nei seggi esterni di PESARO, MACERATA, FERMO, ASCOLI si vota: sabato 27 ottobre dalle 11 alle 19; domenica 28 ottobre dalle 13 alle 19.
REGOLE VOTO SIGIM
I giornalisti delle Marche eleggeranno in Direttivo sette consiglieri professionali e due consiglieri collaboratori con le seguenti modalità:
I PROFESSIONALI possono votare la lista oppure esprimere da una a quattro preferenze esclusivamente all’interno della stessa lista.
I COLLABORATORI possono votare la lista oppure esprimere una sola preferenza all'interno della stessa lista.
Per l'elezione del collegio dei PROBIVIRI:
i giornalisti professionali indicano nell'apposita riga bianca il nome di un PROBOVIRO professionale;
i giornalisti collaboratori indicano nell'apposita riga bianca il nome di un PROBOVIRO collaboratore.
Per l'elezione del collegio dei REVISORI DEI CONTI:
i giornalisti professionali indicano nell'apposita riga bianca il nome di un revisore professionale;
i giornalisti collaboratori indicano nell'apposita riga bianca il nome di un revisore collaboratore.
REGOLE VOTO FNSI
I giornalisti delle Marche invieranno al Congresso cinque delegati professionali e un delegato collaboratore eletti con queste modalità:
I PROFESSIONALI possono votare la lista oppure esprimere da una a tre preferenze esclusivamente all’interno della stessa lista.
I COLLABORATORI possono votare la lista o esprimere una preferenza.